CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO
Introduzione
In un contesto economico caratterizzato da incertezza e tassi di interesse storici bassi, la previdenza complementare rappresenta un pilastro fondamentale per la sicurezza finanziaria futura. Sia che si tratti di destinare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) a un fondo pensione, sia che si opti per versamenti volontari aggiuntivi, le opzioni offerte dalla previdenza complementare sono un’eccellente strategia per costruire una rendita in vista della pensione. L’Italia, rispetto ad altri paesi europei, ha storicamente mostrato una minore propensione all’adesione a sistemi di previdenza complementare. Questo può essere attribuito a diversi fattori, tra cui una forte dipendenza dal sistema pensionistico pubblico (INPS), una minore consapevolezza dei benefici della previdenza complementare e una tendenza culturale a investire in beni reali come l’immobiliare piuttosto che in prodotti finanziari. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un incremento dell’interesse verso i fondi pensione complementari, grazie anche a una maggiore attenzione da parte del governo e degli enti regolatori, che hanno introdotto incentivi fiscali e promosso campagne informative per aumentare la consapevolezza sull’importanza della pianificazione pensionistica individuale.
Cominciamo con il dare alcune informazioni importanti che non tutti sanno:
Flessibilità di cambio: Ogni due anni, è possibile cambiare il fondo pensione, optando per una società bancaria o assicurativa diversa. Questa opzione offre l’opportunità di adattare la strategia di investimento alle proprie esigenze e alle condizioni di mercato. Inoltre, come è evidenziato sul sito della COVIP, accessibile da parte di tutti i cittadini, come per tutti i prodotti finanziari e assicurativi è assolutamente importante valutare l’impatto dei costi della scelta effettuata. Come viene riportato sul sito pubblico della COVIP: “Per compiere scelte previdenziali consapevoli e adeguate è necessario conoscere le caratteristiche delle forme pensionistiche. In particolare, è importante valutare i costi applicati, in quanto possono avere un impatto significativo sulla pensione che verrà erogata. Occorre infatti tenere presente che, a parità di condizioni, all’aumentare dei costi sostenuti minore sarà la prestazione pensionistica ricevuta al momento del pensionamento. Ad esempio, un ISC del 2% invece che dell’1% può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di partecipazione al piano pensionistico di circa il 18 per cento (ad esempio da 100.000 a 82.000 euro).” Ecco perché la normativa permette di trasferire ogni 2 anni il proprio montante accumulato in un fondo pensione in un altro nel caso ci rendessimo conto che quello di partenza è troppo caro e/o offre rendimenti troppo bassi.
Vantaggio fiscale sulle eccedenze: Se i contributi volontari superano il limite deducibile di 5.164,57€, la parte eccedente non sarà deducibile in fase di versamento, ma sarà esentasse al momento del percepimento, offrendo un ulteriore incentivo al risparmio previdenziale.
Entriamo adesso nel cuore del tema.
Il TFR, una quota del salario differito dei lavoratori dipendenti, può essere destinato a un fondo pensione con diversi vantaggi. Vediamoli.
Rendimento potenzialmente superiore: a differenza della gestione separata INPS, dove il TFR è vincolato a un rendimento fisso, i fondi pensione investono in diversi strumenti finanziari, offrendo la possibilità di un rendimento potenzialmente superiore nel lungo termine.
Vantaggi fiscali: i versamenti in un fondo pensione godono di un regime fiscale agevolato. Il TFR versato non è soggetto a tassazione fino al momento del riscatto, e in fase di erogazione la tassazione è ridotta rispetto al trattamento fiscale del lavoro dipendente. Si può arrivare ad una tassazione del 9%, decisamente inferiore rispetto al 23% nelle altre soluzioni (azienda, INPS).
Gestione professionale: il capitale è gestito da professionisti che seguono strategie di investimento diversificate, riducendo il rischio e adattandosi ai mutamenti del mercato.
Oltre al TFR, è possibile incrementare il proprio fondo pensione attraverso contributi volontari. Questi versamenti offrono ulteriori benefici. Vediamoli.
Riduzione del carico fiscale attuale: i contributi volontari sono deducibili dal reddito imponibile fino a un certo limite (5.164,57€), riducendo l’imposta sul reddito da pagare nell’anno in corso, aumentando l’eventuale credito fiscale che andrà ad essere percepito in una busta paga nei mesi seguenti.
Maggior accumulo e rendimenti potenziali: i contributi aggiuntivi aumentano il capitale investito, beneficiando così di rendimenti composti nel tempo.
Flessibilità: molti fondi pensione permettono di modificare l’importo e la frequenza dei versamenti, adattandosi alle esigenze personali.
Il momento del riscatto è cruciale, poiché determina l’accesso ai fondi accumulati e la relativa tassazione.
Riscatto del TFR e contributi volontari: è possibile optare per diverse forme di riscatto (rendita, capitale, mista) a seconda delle proprie necessità. La tassazione agevolata (in genere inferiore, dal 15% al 9%, rispetto a quella sul lavoro dipendente, 23%) dipende dall’anzianità di partecipazione al fondo e dalla modalità di erogazione scelta.
Anticipazioni: in alcuni casi, come l’acquisto o ristrutturazione della prima casa o per spese mediche importanti, è possibile richiedere un’anticipazione del capitale accumulato, godendo di condizioni fiscali vantaggiose.
Conclusione
La previdenza complementare rappresenta una scelta strategica per chi desidera costruire un futuro finanziario solido e sicuro. Sia attraverso il versamento del TFR che con contributi volontari aggiuntivi, i vantaggi offerti in termini di rendimenti, vantaggi fiscali e sicurezza del capitale sono strumenti preziosi per garantirsi una pensione adeguata e serena.