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CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO

by Massimiliano Siviero

Facciamo qualche previsione sul 2023

Il 2022 si è chiuso come uno degli anni peggiori dell’ultimo secolo, mettendo a dura prova tutti gli investitori. Le cause sono molteplici e molte già le conosciamo: inflazione elevata, rialzo violento dei tassi di interesse, guerra Russia-Ucraina, per quanto riguarda l’occidente. Per quanto riguarda l’Asia, invece, in Cina abbiamo visto almeno due diversi shock: la crisi immobiliare e la politica Zero-Covid, quest’ultima portata avanti dal partito fino a poche settimane fa. Tutto ciò ha fatto sì che nel 2022 si siano concentrati una serie di fattori negativi per i mercati mai visti prima.

 

Ciò premesso e archiviato il 2022 occorre guardare all’anno nuovo facendo alcune considerazioni a livello macroeconomico. Per quanto riguarda la grande malattia dell’anno scorso, ovvero l’inflazione, possiamo dire, soprattutto lato USA, che il problema sembra oramai alle spalle e in fase di risoluzione. Qui di seguito vengono riportati i due grafici dell’inflazione americana e quella europea, i quali fanno vedere come questo problema sia stato, a quanto pare ad oggi, imbrigliato dalle politiche restrittive delle banche centrali.

 

Il rialzo dei tassi ha fatto sì che alcuni mercati, come quello obbligazionario, patissero particolarmente nel 2022, rendendo, però, ora il mercato dei bond particolarmente attrattivo. Per fare un esempio, possiamo vedere nel grafico seguente come a livello globale nel 2022 i rendimenti dei titoli di stato siano stati profondamente negativi (Italia fanalino di coda), il che li rende potenzialmente un’ottima asset class per guidare la ripresa del 2023.


Perché possiamo considerare il mercato dei bond particolarmente attrattivo? In primis i rendimenti a scadenza cominciano ad essere allineati con i rischi che ci mettiamo in portafoglio. In secondo luogo, a seguito della crisi Covid del 2020, il mercato obbligazionario si è ripulito da tante aziende che risultavano essere particolarmente fragili. Tale selezione delle aziende di più bassa qualità, già avvenuta di recente, permette agli investitori che decidono di approcciarsi ora al mercato dei bond di trovare un mercato particolarmente interessante, sul quale, però, si consiglia sempre una gestione attiva, da demandare al consulente o gestore per la selezione degli strumenti e aziende migliori.

 

La domanda che ci poniamo ora è: cosa succede dopo un anno particolarmente negativo? Beh, la risposta è semplice ma non banale: un rally! Guardando al passato, ai rendimenti storici dei mercati obbligazionari e azionari, la risposta è rafforzata da quanto accaduto.

Il grafico sottostante mostra a sinistra della linea rossa tutti gli anni in cui il mercato obbligazionario è stato negativo. Se noi prendiamo un anno a sinistra, possiamo notare come poi gli anni successivi si collochino a destra della linea rossa. Per dare qualche esempio, prendiamo qualche anno particolarmente brutto: il 2009 è stato negativo, poi, il 2010, 2011 e 2012 sono stati fortemente positivi.

Come possiamo vedere il 2022 si colloca nella estrema sinistra del grafico, questo ci fa, quindi, ben sperare per un 2023 positivo sui bond.

Spostandoci sul lato azionario, il discorso diventa più cauto, ma comunque con un’ottica positiva e costruttiva. Anche qui possiamo vedere nel grafico sottostante come spesso dopo ogni anno drammaticamente negativo se ne siano poi succeduti altri estremamente positivi. Alcuni esempi? 2008 anno come ricorderemo molto brutto, a cui si sono succeduti anni positivi fino al 2018.

Per concludere, possiamo consigliare cautela anche nel 2023, con una view più positiva sull’obbligazionario in genere, con un focus su corporate investment grade.

Sull’azionario la view è più tiepida ma comunque costruttiva. Gli Stati Uniti e la Cina sono da guardare con attenzione, mentre forse l’unico sottopeso da mantenere è quello sull’Europa, a causa delle questioni belliche e delle valutazioni un po’ più alte a seguito dei rally dell’ultimo periodo.

Con queste conclusioni ovviamente non si consiglia di rimuovere completamente alcune aree geografiche o asset class, a favore di altre, ma semplicemente di monitorarle durante l’anno, per provare a cogliere le occasioni che il mercato ci presenterà. Non mancheranno la volatilità e i ribassi. In questi casi potrebbe essere il momento giusto per entrare o aumentare il peso su certi mercati.