CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO
parlare di Gamestop e Bitcoin. L’entusiasmo e l’euforia dei mercati è ai
massimi, tanto che una schiera di piccoli risparmiatori ha deciso di destinare
i propri averi alla speculazione sui mercati finanziari.
Il tema centrale della questione è:
STIAMO SPECULANDO O STIAMO INVESTENDO?
A tal proposito riporto la lettera che Warren Buffett scrisse agli azionisti nel lontano 2000:
penso calzi a pennello anche per il momento attuale.
“Ora, la speculazione – in cui l’attenzione non è su ciò che produrrà
un bene ma piuttosto su ciò che il prossimo individuo pagherà per essa – non è
né illegale, né immorale né antiamericana. Ma non è un gioco a cui io e Charlie
desideriamo giocare. Non portiamo nulla alla festa, quindi perché dovremmo aspettarci
di portare qualcosa a casa?
La linea che separa investimenti e speculazioni, che non è mai nitida e
chiara, diventa ancora più sfumata allorquando la maggior parte dei
partecipanti al mercato abbia recentemente goduto di trionfi. Nulla
seda la razionalità come grandi dosi di denaro facile. Dopo
un’esperienza inebriante di quel tipo, le persone normalmente sensibili si
lasciano trasportare da un comportamento simile a quello di Cenerentola al
ballo. Sanno che rimanere oltre i festeggiamenti – cioè continuare a
speculare in aziende che hanno valutazioni gigantesche in relazione al denaro
che probabilmente genereranno in futuro – alla fine porterà zucche e topi. Tuttavia
odiano perdere un solo minuto di quella che è una festa infernale. Pertanto,
tutti i partecipanti oramai storditi pianificano di andarsene pochi secondi
prima di mezzanotte. C’è un problema, però: stanno ballando in una stanza in
cui gli orologi non hanno lancette.
L’ anno scorso abbiamo commentato l’esuberanza – e, sì, era irrazionale – che
ha prevalso, rilevando che le aspettative degli investitori erano cresciute
fino a essere diversi multipli di rendimenti probabili.
[…] Ancora più irrazionali erano le enormi valutazioni che gli operatori di
mercato stavano attribuendo alle imprese che quasi sicuramente sarebbero
risultate di valore modesto o nullo. Eppure gli investitori,
ipnotizzati dall’impennata dei prezzi delle azioni e ignorando tutto il resto,
si sono ammassati in queste imprese. Era come se un virus, correndo
selvaggiamente tra i professionisti degli investimenti così come tra i
dilettanti, inducesse allucinazioni in cui i valori delle azioni in determinati
settori si dissociassero dai valori delle attività sottostanti.
Questa scena surreale è stata accompagnata da molte chiacchiere sulla
“creazione di valore”. […]
Ciò che effettivamente accade in questi casi è il trasferimento di ricchezza,
spesso su vasta scala. […]
Ma uno spillo attende ogni bolla. E quando i due alla fine si
incontrano, una nuova ondata di investitori impara alcune lezioni molto
vecchie: in primo luogo, molti a Wall Street – una comunità in cui il controllo
di qualità non è apprezzato – venderanno agli investitori tutto ciò che
acquisteranno. In secondo luogo, la speculazione è più pericolosa
quando sembra più semplice.“
Ancora una volta ringraziamo per l’insegnamento uno dei più grandi investitori mai
esistiti e quello che ci portiamo a casa sono alcune considerazioni circa la
vicenda di Gamestop e del Bitcoin.
Gamestop è un’azienda paragonabile a Blockbuster, in un business che
probabilmente sarà destinato ad esaurirsi; l’azienda non produce valore,
ma anzi, anno dopo anno distrugge ricchezza. Perché dovrei investire in un
titolo con queste caratteristiche? Quali prospettive di creazione di ricchezza
ha? NESSUNA! Per tale motivo, chiunque abbia messo anche solo 1€ su
Gamestop si deve definire speculatore e non investitore. Egli ha comprato un
titolo sull’onda emotiva del “me l’ha detto il mio amico” o
“l’ho letto su internet”. Il processo neurobiologico che porta a
desiderare grandi somme di denaro attraverso trading di questo
genere è esattamente identico a quello del giocatore d’azzardo davanti
alla slot-machine; le aree del cervello attivate sono le medesime.
Per quanto riguarda il Bitcoin, il ragionamento è molto simile. Tutte le
cripto non hanno nessun valore intrinseco, visto che non producono
valore, non sono espressione di nessuna realtà produttiva e non hanno alcun
utilizzo pratico. L’unica cosa che spinge il prezzo di questi strumenti è la
speranza che, dopo averla acquistata, ci sia qualcuno dall’altra parte disposto
a pagare una cripto a un valore superiore a quello che ho pagato io.
In conclusione, le lezioni che dobbiamo imparare da queste vicende sono
particolarmente semplici: i mercati sono crudeli e non regalano nulla; quando
il denaro sembra facile è probabile che ci sia all’orizzonte un grande nuvolone
nero.
PS: per trovare la lettera integrale è sufficiente andare sul sito di Berkshire
Hathaway, sezione “Warren Buffet’s letters to Berkshire
shareholders”. L’estratto della presente mail si trova a pagina 14.