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Evergrande è stata fondata nel 1996 ed è uno dei grandi operatori immobiliari in Cina che, a differenza di alcune imprese che acquistano immobili e guadagnano stabilmente da questi mettendoli in affitto, realizza nuovi edifici che poi venderà mentre li costruisce o a lavori ultimati. Questa modalità operativa ha la necessità di forti investimenti finanziari, gran parte di questi procurati attraverso l’emissione di obbligazioni e finanziamenti bancari. La società, quindi, per poter svolgere la sua attività d’impresa ha fatto sempre grande uso di indebitamento.
Evergrande, così come altre società operanti nel settore, hanno acquistato, indebitandosi, terreni su terreni, spesso a prezzi molto elevati, con l’obiettivo di rientrare e marginare successivamente attraverso le vendite di appartamenti costruiti su tali terreni, certi che la domanda sarebbe continuata a salire nel corso del tempo. Se consideriamo che Evergrande è arrivata ad avere così tanti terreni da poter ospitare tutta la popolazione del Portogallo e un indebitamento finanziario pari all’intero debito pubblico della Nuova Zelanda possiamo renderci davvero conto delle caratteristiche del colosso di cui stiamo parlando.
L’anno scorso il governo cinese ha deciso di imporre alle società operanti nel business come Evergrande tre rapporti finanziari da rispettare. Con lo scoppio del Covid Evergrande ha superato i tre limiti imposti dal governo, quindi, le banche (che, come sappiamo, hanno controllo statale) hanno bloccato i finanziamenti a suo favore.
Perché è andata in crisi la società? Il crollo della domanda di appartamenti a seguito della pandemia Covid non ha permesso di ottenere il fatturato sperato per ripagare i debiti finanziari e i fornitori.
La preoccupazione da parte degli investitori non è tanto legata direttamente a Evergrande quanto alla possibilità che questo fallimento possa nascondere un rischio di contagio in altri settori o mercati.
Gli effetti della società in oggetto, oltre sul titolo azionario, si sono visti sulle obbligazioni da questa emesse nell’ambito dei cosiddetti High Yield. I rendimenti delle obbligazioni High Yield cinesi sono quasi arrivati ai livelli toccati durante lo scoppio della pandemia nel 2020. (Da sapere che quando i rendimenti aumentano i prezzi delle obbligazioni scendono e viceversa, ndr) Il contagio potrebbe estendersi alle banche, in primis a quelle cinesi e, successivamente, a quelle occidentali, visto il livello strettamente correlato del sistema finanziario, ma anche alle materie prime, con particolare riferimento ai materiali da costruzione.
Cosa potrà succedere? Non siamo in possesso della sfera di cristallo, quindi, sapere con certezza quali siano le prossime mosse del governo cinese in ambito Evergrande non è semplice. Gli scenari possibili, però, paiono essere essenzialmente due: il governo potrebbe intervenire cercando di guidare una ristrutturazione del debito, coordinando con potenziali acquirenti e rinegoziando le scadenze di pagamento, oppure decidere semplicemente di non intervenire. Da un lato, salvare Evergrande potrebbe portare alla convinzione, per le aziende, che «c’è sempre lo Stato a salvarvi, alla fine», cosa che il Partito sembra non volere. D’altra parte, non far nulla, renderebbe il sistema finanziario più resistente nel lungo periodo, ma probabilmente avrebbe delle ripercussioni sul sistema finanziario e su milioni di proprietari di case. Considerando che oltre al 60% del debito è detenuto da investitori locali, è una mossa che potrebbe intaccare i consensi del Partito comunista nel paese.
Sintetizzando l’opinione prevalente tra i gestori interpellati in questi giorni, il rischio di contagio ad altre economie o ad altri settori resta relativamente contenuto. Per di più, riguardo alle analogie tra Evergrande e Lehman brothers, che alcuni hanno fatto, gli analisti vedono le due situazioni non paragonabili. Infatti, al di là delle turbolenze di breve termine, c’è da ricordare come dal punto di vista strutturale il modello di crescita cinese non sia in discussione, giustificato da trend demografici come il processo di urbanizzazione e la crescita della classe media.
Quindi, in realtà, la situazione non sembra così grave. Se un contagio dovesse esserci, avrà vita breve. Anche perché: 1) La quota di mercato di Evergrande è limitata nello sviluppo immobiliare cinese. 2) I danni alle banche sono trascurabili, grazie alla solidità del sistema finanziario cinese. 3) I fornitori di Evergrande sono diversificati e hanno molteplici rapporti con diverse società.