CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO
Da qualche tempo a questa parte il tema centrale delle economie sviluppate è quello dell’inflazione. La più efficace medicina contro l’inflazione è l’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Ma quest’ultima politica adottata, se non dosata opportunamente, può arrivare non solo a rallentare la relativa economia ma anche a mandare in recessione un paese.
La recessione economica è caratterizzata da una variazione del Prodotto interno lordo negativa rispetto all’anno precedente; se tale variazione è negativa, ma di entità non inferiore al -1% si parla invece di crisi economica. Si ha, invece, una recessione tecnica quando il Prodotto interno lordo reale mostra una variazione negativa per almeno due trimestri consecutivi ossia quando il Pil trimestrale è inferiore a quello del trimestre precedente per due volte di seguito.
Arriviamo da un periodo molto lungo di crescita, sin dalla crisi finanziaria del 2008, con tassi di interesse praticamente a zero da molti anni e politiche monetarie e fiscali espansive. L’aumento deciso della domanda nel periodo post Covid a fronte di un’offerta che non poteva adeguarsi, unitamente all’aumento dei prezzi di alcune materie prime, anche a seguito della guerra tra Russia e Ucraina, ha determinato un aumento esagerato dei prezzi, così come non si vedeva da molti decenni. L’aumento dei tassi potrebbe portare ad una recessione, cosa già piuttosto scontata in molti dei paesi maggiormente sviluppati per l’anno 2023.
Quali sono le tipologie di investimento finanziario che tutelano maggiormente nei periodi di recessione? Qui di seguito troveremo la risposta anche a questa domanda. Ampliamo, però, un po’ la tematica:
Cominciamo a vedere i primi due punti nello schema seguente.
Come possiamo vedere, gli elementi più importanti, e che caratterizzano il singolo ciclo, sono evidenziati nei vari riquadri.
La ripresa economica è quanto si verifica dopo una recessione. È caratterizzata da un aumento della domanda di beni e servizi, da un aumento sano dell’inflazione (tendente a quanto pianificato da parte delle banche centrali, normalmente il livello desiderato è intorno al 2% medio), e si comincia ad investire di più e a risparmiare di meno. Inoltre, i tassi di interesse tendono ad abbassarsi in quanto non devono più smorzare la pressione inflazionistica. Tutti questi elementi facilitano la ripresa dei ricavi aziendali. Secondo le statistiche, una ripresa economica dura mediamente un anno.
Dalla ripresa economica si passa poi all’espansione. Questa è caratterizzata da elevati investimenti, da margini di profitto sempre maggiori per le aziende, dall’inizio del surriscaldamento dei prezzi (inflazione), che richiede pertanto alle banche centrali di cominciare ad agire sui tassi di interesse, aumentandoli. L’aumento dell’inflazione, oltre che dai prezzi, è alimentata anche dai salari crescenti, a seguito della discesa sempre maggiore della disoccupazione. La durata media del ciclo espansionistico è pari a circa 4 anni.
La fase successiva è il rallentamento. In questo caso, cominciano a diminuire i profitti delle aziende per l’aumentato costo delle materie prime e dei salari. Comincia a diminuire la pressione sui prezzi e sui tassi di interesse, così come cominciano a ridursi gli investimenti, anche a seguito dell’aumento delle scorte. In questo caso, la durata media del ciclo è pari a un anno e mezzo.
Dal rallentamento normalmente si arriva alla recessione. Questa porterà ad una riduzione del livello dell’inflazione, che tenderà ad essere ormai sotto controllo, che quindi porterà alla riduzione della tendenza all’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Spesso comincia l’allentamento monetario da parte delle banche centrali con tassi di interesse in discesa. Aumenta il livello di disoccupazione a seguito dei sempre minori profitti da parte delle imprese, dell’aumento delle scorte, tutto ciò contribuisce ad una riduzione del Prodotto Interno Lordo. La durata media di una recessione è circa meno di un anno.
Ma quali sono storicamente le tipologie di investimento azionario più indicate e che performano meglio rispetto alla media di mercato nei diversi cicli?
Vediamole nella tabella seguente:
Settore | Ripresa | Espansione | Rallentamento | Recessione |
Finanziari | ü |
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Real Estate | ü |
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Beni discrezionali | ü |
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Tecnologia | ü | ü |
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Industriali | ü |
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Materiali | ü |
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Comunicazione |
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Energetici |
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Beni di consumo primari |
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Utilities |
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Health Care |
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E quali sono, invece, le tipologie di investimento azionario che storicamente hanno fatto peggio del mercato nelle diverse fasi del ciclo?
Settore | Ripresa | Espansione | Rallentamento | Recessione |
Finanziari |
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Real Estate |
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Beni discrezionali |
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Tecnologia |
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Industriali |
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Materiali |
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Comunicazione |
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Energetici | ü |
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Beni di consumo primari |
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Utilities | ü | ü |
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Health Care | ü |
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Occorre sapere, però, che i mercati finanziari anticipano mediamente di 6 mesi quello che accade nell’economia reale. Pertanto, così come risulterà difficile riuscire ad anticipare il comportamento dei mercati finanziari a fronte delle mutate condizioni vendendo i settori che potrebbero soffrire di più in determinati contesti ciclici, sarà altrettanto complesso conoscere il momento ideale in cui cominciare ad investire nei settori che potranno fare meglio nel nuovo ciclo. Questo per dire che vendere sui massimi e acquistare sui minimi di un mercato o di un titolo è praticamente impossibile, oltre al fatto che quello di cui qui si sta parlando non è di trading ma di gestione dei propri risparmi.
Ecco perché è così importante la pianificazione finanziaria iniziale per stabilire la cosiddetta asset allocation strategica (quella di lungo termine). Una ponderata diversificazione del portafoglio è un altro elemento che ci deve far stare sereni in qualsiasi condizione di mercato.