CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO
Uno dei suggerimenti principali su cui tutti gli operatori del settore sono d’accordo è la necessità della diversificazione di un
portafoglio finanziario. Trascurando in questa sede l’approfondimento di tale aspetto, una delle interessanti idee per diversificare il portafoglio finanziario di cui si sente parlare già da qualche tempo è quella riguardante le obbligazioni cinesi.
Credo che ormai tutti sappiano della sempre maggiore importanza che stanno assumendo l’Asia e la Cina a livello internazionale.
Il mercato cinese delle obbligazioni cosiddetto onshore denominato in renminbi sta divenendo sempre più importante e le autorità cinesi hanno aperto tale mercato agli investitori esteri, eliminando le precedenti limitazioni. Si tratta del terzo mercato obbligazionario per dimensione a livello mondiale, si parla di un valore intorno agli 11.000 miliardi di dollari Usa.
L’apertura agli investitori esteri determina l’ingresso negli indici globali di tali obbligazioni e, questo, può determinare ulteriori
apporti di capitale in Cina.
L’inserimento di tali strumenti obbligazionari all’interno di un portafoglio può portare diversi potenziali vantaggi come:
1. Ottenere dei rendimenti interessanti
rispetto alle altre obbligazioni sovrane dei paesi sviluppati
2. Diminuire la correlazione con gli
altri mercati obbligazionari (e non solo con quelli obbligazionari, come
indicato nella figura seguente)
3. Godere del possibile rafforzamento
della valuta cinese a seguito dell’internazionalizzazione della valuta
A proposito della decorrelazione di cui al punto 2 precedente, si faccia riferimento alla figura sottostante.
Si tratta della correlazione delle obbligazioni cinesi onshore rispetto alle altre classi di attivo, dove 100% significa perfetta correlazione.
In pratica dalla figura si può evincere che le obbligazioni in oggetto non sono particolarmente correlate alle altre tipologie di asset,
sia con quelle di tipo obbligazionario che azionario.
Per quanto riguarda quanto riportato al punto 3, l’internazionalizzazione della valuta cinese dovrebbe portare ad un
apprezzamento del Renminbi nel lungo termine, determinando un’ulteriore fonte di reddito per i detentori di tali obbligazioni. Già da qualche tempo, i partner commerciali confinanti con la Cina desiderano firmare i contratti in
valuta cinese.
Un altro aspetto a favore dell’apprezzamento della valuta cinese è rappresentato dal cosiddetto programma infrastrutturale “One Belt One Road”, ovvero la cosiddetta “Nuova via della seta”, un’iniziativa strategica della Cina per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi nell’Eurasia. Le aree interessate sono la Cina, l’Asia centrale, l’Asia settentrionale, l’Asia occidentale e i paesi e le regioni lungo l’Oceano Indiano e il Mediterraneo. La Cina promuovendo prestiti e operazioni nella propria valuta dovrebbe contribuire ulteriormente ad accelerare l’internazionalizzazione e l’apprezzamento della sua valuta domestica.
Inoltre, la Cina ha adottato ultimamente un numero sempre maggiore di strategie di sviluppo incentrato su un importante tema: migliorare i mezzi di sussistenza della popolazione. Infatti, la classe media cinese si è espansa ad un ritmo incredibile e secondo McKinsey & Company si prevede che oltre il 75% delle famiglie urbane cinesi avrà un reddito disponibile annuo compreso tra i 60.000 e i 229.000 yuan entro il 2022. La Cina effettua una pianificazione strategica quinquennale, a differenza di quanto effettuato dagli americani, che fanno piani solo per le elezioni successive, come ha fatto notare Robert Engle, premio Nobel per l’economia degli USA. Questi piani quinquennali illustrano il quadro di sviluppo sociale ed economico con indicazione di precisi obiettivi e riforme. Questo non fa altro che creare un
ambiente stabile e sicuro per gli investitori sia domestici che stranieri.
La Cina, tra l’altro, nell’elaborazione delle proprie politiche, non considera solo l’analisi e l’applicazione di teorie di sviluppo
economico esistenti ma ha creato nuove teorie e modelli economici che si sposino maggiormente con le loro condizioni nazionali. Anche questo elemento non può che contribuire ad un sano sviluppo del paese.
L’attuale piano quinquennale della Cina sarà essenzialmente su due linee: continuerà ad espandere sia la domanda interna che quella degli scambi internazionali. Con l’apprezzamento della valuta cinese, le importazioni potranno riguardare sempre più beni con un maggiore livello di qualità (e costo).
L’economia cinese rappresenta ormai circa il 20% del PIL mondiale e il PIL pro-capite dovrebbe superare il PIL pro-capite globale entro
il 2023. Guardando al futuro certamente ci saranno ancora alcuni momenti di incertezza e instabilità, ma da un recente sondaggio del Ministero del commercio cinese oltre il 99% delle aziende straniere ha dichiarato che continuerà ad investire in Cina.
Concludiamo con le parole di John Ross, riportato sul sito de “Il Giornale on line”, ex direttore del Dipartimento di economia e
politica aziendale di Londra e ricercatore senior presso l’Istituto di finanza Chongyang della Renmin University, durante un’intervista telefonica rilasciata in esclusiva al CMG di Londra, che ha dichiarato: “Negli oltre 40 anni trascorsi dal lancio della politica di riforma e apertura, avviata dalla Cina nel 1978, la tecnologia cinese si è basata principalmente sulle importazioni. Tuttavia, nel nuovo periodo, la Cina svilupperà principalmente la propria tecnologia e investirà in essa per promuovere lo sviluppo di tecnologie nuove e avanzate
nell’economia nazionale. In questo senso, l’economia domestica cinese sarà dominante e, nel contempo, verranno utilizzate anche le risorse esterne, quindi, la ‘doppia circolazione’ della Cina avrà successo”.